La storia del bambino grasso e di Siani è un po’ più complessa

11 Febbraio 2015 0 Di Pizzi

Vogliamo farla un’analisi seria su questa storia della battuta di Siani al bambino grasso? Mi sa che dobbiamo farla, visto che ne ha parlato persino il Corriere in prima pagina, e visto che continuate a parlarne tutti, come se d’improvviso vi foste accorti che prendere in giro le persone per i loro difetti fisici è sbagliato. Mentre quando ho corriere sianiscritto le stesse cose sullo strabismo di Gasparri ho ricevuto critiche anche da persone più intelligenti di chi invece mi ha dato del cerchiobottista (mah) o mi ha accusato di aver concentrato tutti i difetti di Gasparri sul suo strabismo come se non avesse millemila difetti in quello che fa (è quello che ho scritto, per la cronaca).

 

Innanzitutto, partiamo dai fatti. Siani ha fatto delle battute su un bambino grasso che conosce da tempo per averci recitato (vabbè insomma) insieme nel suo ultimo film. In breve, Siani ha preso in giro un suo amico, a cui vuole bene e che gli vuole bene. Ok, già questo spazza via la metà delle critiche a questa battuta, compresa la prima pagina del Corriere che per carità avrà chiuso il numero prima che si scoprisse chi era quel bambino (anche se, a dirla tutta, in prima fila la prima sera del Festival non ci sono in genere abbonati qualunque, checché ne dica la pubblicità della Rai).

Ora, compreso che il messaggio che i giornali dovevano far passare non era “Siani sfotte un povero bambino grasso” ma “Siani prende in giro un bambino suo amico per il suo peso”, rimane in piedi la domanda a cui la maggior parte di voi ha risposto all’incirca “manco per il cazzo”. E cioè: è giusto che un comico avvalli con la sua performance in un’occasione semi istituzionale come Sanremo le battute a chi si vuole bene per difetti fisici come l’obesità, la bassezza (e la battuta su Brunetta? Quella va bene perché Brunetta è uno stronzo?), lo strabismo, o handicap fisici di qualunque tipo o adesso che ci penso anche il colore della pelle, l’orientamento sessuale o qualsiasi cosa ti renda “diverso” dalla maggioranza della società in cui si vive?

 

La domanda resta in piedi, ma io tendenzialmente sarei per rispondere: più o meno sì. Certo, non bisogna mai esagerare, e non mi pare che Siani abbia preso di mira il bambino per tutto il suo monologo. Ha preso in giro anche gli orchestrali, e non mi sembrava che questi ridessero per contratto. E non bisogna neanche infierire o essere cattivi, e non mi pare che Siani gli abbia detto che fa schifo, che si dovrebbe vergognare o che meriterebbe un tubo compressore nel culo, per citare quel caso famoso.

 

Ecco, forse è in quel caso (che aveva sempre protagonisti napoletani) la chiave per capire perché state esagerando con le vostre critiche.

Cito le parole (pubblicate su questo blog) del mio amico Raffaele Argirò perché sono una delle cose più illuminanti che ho letto nell’ultimo anno.

“Ah, ma non pensate che il dito puntato sia solo quello dei ragazzini, no, è un dito infame che parte dalla tua stessa famiglia, per passare a sconosciuti per strada, professori, bidelli, compagni di scuola. Si comincia per scherzo, così ti rispondono, magari quando ti offendi, ma non è mai così. Non è mai così. Lo si fa per sentirsi meglio con se stessi, ci si bea di una situazione sfavorevole ad altri solo per potersi battere metaforicamente una mano sulla propria spalla e sentirsi migliori. Tutto questo per essere colpevoli di avere un corpo diverso da ciò che la società reputa accettabile.”

“Ogni singolo individuo ti dà consigli su come dimagrire” ha scritto ancora Raffaele, e poi: “La verità è che della salute importa proprio poco, a loro importa di non avere uno schifo di ciccione davanti alla faccia, perché rovina la vista. Così ti chiudi in casa, inventi scuse con gli amici per non uscire, perché se non sei totalmente stupido le occhiate degli altri le noti, le risatine, i commenti con la mano davanti alla bocca. Mi è capitato così tante volte di andare in qualche posto e, ormai abituato, notare gente che dava di gomito alla persona di fianco che puntualmente si voltava a guardare. Sì, sono io, guardatemi, l’attrazione principale della giornata, ciò che di più interessante vi capiterà oggi, probabilmente!”

E ancora: “Perché ti rimane solo quello da fare, battute su te stesso prima che le facciano gli altri, un attacco preventivo alla tua stessa persona. Ti demolisci per paura che a farlo siano gli altri, perché ormai ti hanno eroso, pezzo dopo pezzo, di te non rimane altro che un guscio vuoto e duro”

E ancora: “Avete presente quando leggete un articolo su Giuliano Ferrara, in cui spara una delle sue solite cazzate? Sarebbe logico pensare che i commenti venissero rivolti alle sue affermazioni, ma no! Perché mai? Concentriamoci su quant’è obeso e quanto fa schifo, tanto mica vi viene in mente che tra le vostre conoscenze c’è qualcuno nella sua stessa situazione. Ma voi vi difendete, ovviamente. “Lo prendo per il culo perché è obeso, ma tu mica sei come lui! Tu sei intelligente!” Ecco, io sì, tu probabilmente no, perché io sono esattamente come lui. Io sono obeso. Lui è obeso. Siamo uguali. L’intelligenza con l’obesità c’entra ben poco”

 

 

Va bene, insomma, se volete leggervi Raffaele il link è questo. Raffaele descrive bene la sensazione di stare con il dito degli altri puntato addosso, disprezzato, umiliato da chi non lo conosce e anche da chi lo conosce.

Quello che mi preme sottolineare è appunto la complessità che sta dietro al discorso delle prese in giro alle persone obese. Complessità che in queste ore non vedo affatto.

Perché forse non si è capito, ma i grassi non sono una categoria omogenea ma un insieme di persone che ha sentimenti e idee diverse su tutto e che viene accomunata solo per una caratteristica fisica. Per cui dire che “i grassi sono simpatici” è come dire che i mancini sono creativi o che quelli con gli occhi azzurri sono cattivi. I grassi possono essere simpatici o antipatici, sensibili o no, l’unica cosa che li accomuna oltre al sovrappeso è che quasi mai si sentono accettati dalla società.

 

Tornando alla querelle sanremese, quindi, risolvere il vostro caso di coscienza con un “anche se lo conosce Siani è stato stronzo perché non si prendono in giro le persone grasse” ha la stessa profondità di analisi del programma politico di Salvini.

Probabilmente, il bambino accetta di buon grado le battute sulla sua stazza, se a fargliele è qualcuno che gli vuole bene e che sa i tasti che può toccare e quelli da evitare. E probabilmente questo significa la foto pubblicata tra l’attore napoletano e Siani. No scusate, tra il bambino e Siani.

 

Io, personalmente, rivendico il diritto di dare della checca a un amico gay che si fa prendere da una crisi isterica per un vestito. Di dare del fondamentalista a un amico musulmano che si scandalizza se ho un amico gay. Di dare del nazista a un amico tedesco che non si fida del mio amico musulmano. Di dare del paranoico al mio amico mulatto-canario Ivan che si mette la crema solare come se fosse un norvegese. E anche di dare del ciccione al mio amico licatese Ivan quando si mangia un chilo e mezzo di salsiccia alla griglia con tutta la griglia. L’importante è che i miei amici capiscano che io a loro voglio bene e che i loro “difetti” (o per meglio dire diversità rispetto a me) esteriori o interiori non sono condanne inappellabili che sto emettendo minacciandoli con un tubo compressore.

 

bambino siani attoreE cercate di farlo passare chiaro il messaggio: Siani non ha preso in giro tutti i grassi, Siani ha preso in giro un suo amico grasso che è stato al gioco perché ha capito (magari con l’aiuto dei genitori?) che il suo sovrappeso non è un problema né per la sua intelligenza né per la sua amicizia con Siani, ma al massimo per la sua salute se non si sforza di mangiare in modo equilibrato e di fare attività fisica. Tra l’altro, non mi pare di aver letto nessuna lamentela né dal bambino né dalla sua famiglia.

 

Pizzi

 

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Non avete capito un tubo (compressore)

 

(grazie a Next Quotidiano per la notizia sul bambino che aveva recitato con Siani. E anche con un bambino di colore e uno coi capelli rossi…)